Un sito per conoscere la flora dei parchi del Savena
Il Quartiere Savena di Bologna ospita un sistema di parchi urbani che rappresenta un vero e proprio scrigno di biodiversità, un collegamento verde tra la città e le colline dell'Appennino. I parchi che che troviamo in successione sulla sponda bolognese del torrente Savena – il Parco dei Cedri, il Parco Lungosavena e il Parco Paleotto – offrono un ambiente naturale in cui la vegetazione autoctona convive con specie esotiche, creando un mosaico botanico unico nel suo genere.
Il sito VerdeSavena.it nasce con l'obiettivo di valorizzare e far conoscere questa straordinaria ricchezza naturale, promuovendo la consapevolezza ecologica e invitando i cittadini a esplorare e interagire con il patrimonio verde del loro quartiere: attraverso passeggiate, attività di educazione ambientale e il coinvolgimento attivo nel riconoscimento delle specie arboree presenti nei parchi.
I parchi dei Cedri, Lungosavena e Paleotto, oltre a essere luoghi di svago e relax, sono veri e propri laboratori a cielo aperto, dove si può osservare l'interazione tra specie vegetali provenienti da diverse parti del mondo e l'adattamento della flora locale a un contesto urbano in continua evoluzione. Ogni albero, ogni arbusto, racconta una storia di adattamento, di scambi culturali e di paesaggi che cambiano nel tempo.
VerdeSavena.it invita tutti gli appassionati di natura, i curiosi e gli abitanti del quartiere a partecipare a questo gioco di scoperta. Durante le passeggiate nei parchi, si potrà cercare di identificare le specie arboree presenti partendo dall'osservazione degli elementi più caratteristici (altezza, fusto, corteccia, fogli, fiori e frutti) cercando di individuare la specie osservata. Consultando le schede del catalogo si troveranno le descrizioni di questi tratti identificativi.
Se non si è degli esperti il riconoscimento preciso delle specie meno comuni non è sempre facile, ma l'importante è fare pratica, magari in gruppo confrontandosi con i propri compagni. Per una prima identificazione approssimativa ci possiamo basare sull'osservazione della forma delle foglie. Esempi di vari tipi di foglie sono presentati su questa pagina (Tipi di foglie).
Contribuire al progetto identificando nuovi alberi
Se riconoscete una specie di albero non ancora presente nelle schede del sito, potete inviare la vostra scoperta seguendo queste indicazioni:
- Scattate da una a tre foto per ogni specie (una foto della pianta intera e uno o due dettagli).
- Segnalate la specie tramite una singola email indicando in quale dei tre parchi si trova (Cedri, LungoSavena, Paleotto).
- Assicuratevi di fotografare la pianta durante i mesi in cui le foglie sono sui rami e specificate la data dello scatto.
- Indicate la specie che pensate di aver identificato, specificando come avete fatto.
- Inviate il tutto all’indirizzo email
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. .
Dopo una nostra verifica il vostro contributo potrà essere pubblicato sul sito VerdeSavena.it
Maggiori informazioni botaniche su ogni specie di pianta sono linkate sul sito Acta Plantarum.
Acta Plantarum è un portale online dedicato alla flora spontanea italiana, che offre una vasta banca dati fotografica e scientifica per l'identificazione e lo studio delle piante. È utilizzato da botanici, appassionati e studiosi per condividere informazioni e approfondire la conoscenza della flora italiana
Questo progetto è realizzato dall'associazione Strada Sociale APS nell'ambito dell'iniziativa "Tra parchi, borghi e corti lungo il Savena", vincitrice del Bilancio Partecipativo 2023 del Quartiere Savena.
Seguono le schede dei parchi esplorati da questo progetto (Cedri, LungoSavena, Paleotto):
Parco dei Cedri
Situato appena a sud della via Emilia, il Parco dei Cedri è un’area di undici ettari con ampi prati, arbusti e macchie alberate. Il parco è stato concepito e realizzato in momenti diversi a partire dai primi anni ‘70 e completato nel 1982, su quella che da secoli era una zona di campagna agricola.A seconda del periodo di realizzazione, la sua vegetazione tradisce l’evoluzione di quegli anni delle mode in fatto di verde urbano e ornamentale pertanto, nel complesso, il parco oggi è caratterizzato da una grande varietà di specie arboree (circa una cinquantina fra sempreverdi e caducifoglie), molte delle quali esotiche, scelte in particolare per il notevole effetto estetico ed ornamentale, sia come esemplari isolati sia in gruppi. In particolare la zona più prossima a via Altura, allestita all’inizio degli anni ’70, è caratterizzata da un’elevata presenza di grandi conifere di diversa provenienza riunite in fitte macchie.Alcune di queste specie sono state introdotte in Europa nell’800 per scopi paesaggistici e ornamentali, quali il cedro dell’Atlante, sempreverde, originario della catena montuosa dell’Atlante in nord Africa; il cedro deodara (o dell’Himalaya), sempreverde, originario delle aree prossime alla catena montuosa dell’Himalaya; il cipresso calvo, originario delle zone paludose della Florida e del Golfo del Messico, caratterizzato da una chioma decidua che in autunno vira al rosso e, infine, il pino dell’Himalaya, sempreverde, originario della omonima regione geografica e del Nepal.Tra le conifere esotiche è possibile annoverare anche il cipresso poiché, nonostante oggi sia una delle piante che simboleggiano il paesaggio italiano per il portamento tipicamente colonnare, risulta importato in epoca molto antica dalle regioni del mediterraneo orientale, e pertanto non può definirsi del tutto autoctono. Invece, tra le conifere autoctone diffuse in Italia sia come specie spontanee sia coltivate a scopo ornamentale è possibile riconoscere il tasso, sempreverde dalla chioma espansa e ramificata e l’abete rosso, specie spontanea sempreverde delle regioni alpine, soprattutto noto come “albero di Natale” oltre che per usi forestali e come essenza da legno e da resina per uso industriale.Tra le latifoglie importate in Europa tra il 1600 e il 1800, secoli che si contraddistinguono per le più grandi spedizioni naturalistiche e botaniche dall’Europa verso i luoghi più remoti e inesplorati del pianeta, è possibile riconoscere specie originarie dell’America settentrionale quali liquidambar, particolarmente apprezzato per il colore rosso accesso delle foglie palmate in autunno, liriodendro, detto anche albero dei tulipani che fiorisce tra maggio e giugno e che si tinge di toni giallo-arancio in autunno, e quercia rossa, anch’essa particolarmente ricercata per il colore rosso acceso delle foglie in autunno. Ma anche aceri giapponesi e Ginkgo biloba sono presenti all’interno del parco, originarie delle regioni dell’estremo oriente come Giappone, Corea e Cina e fortemente ricercate per il portamento e per le tonalità rosse-arancio degli aceri e giallo acceso del Ginkgo nei mesi autunnali. Anche tra gli arbusti utilizzati per scopi ornamentali è possibile riscontrare un grande numero di specie esotiche tra cui, ad esempio, lauroceraso e lillà, originari dell’Europa sud-orientale, le cui prime descrizioni botaniche risalgono al XVI secolo; il pittosporo, originario dell’asia orientale e il sinforicarpo, originario dell’America settentrionale. Il sempreverde laurotino, invece, ricade tra gli arbusti di origine autoctona, largamente usato per scopi ornamentali.Parco LungoSavena
Il parco Lungosavena segue il corso del torrente Savena, con le sue sponde ombreggiate da una vegetazione spontanea e le piccole spiagge di ciottoli, il sentiero che lo costeggia ci invita ad attraversare un paesaggio lussureggiante e naturale in forte contrasto con l’urbanizzazione circostante. La vegetazione qui presente è costituita da piante specializzate che, grazie a particolari adattamenti fisiologici e morfologici, quali apparati radicali estesi e profondi ed eccezionale flessibilità dei rami, sono in grado di prosperare in un ambiente difficile e ostile, dove il livello dell’acqua può variare sensibilmente nelle stagioni e dove le piene possono sconvolgere l’intero assetto del torrente.Qui i salici, i pioppi e i pioppi cipressini, specie cosiddette “igrofile” e che ben sopportano temporanee inondazioni e substrati umidi, popolano le rive del torrente e l’intrico della loro vegetazione favorisce la deposizione di sabbie e limi, svolgendo quindi la fondamentale funzione di difesa e di consolidamento delle rive fluviali. In posizioni più protette dalla corrente è possibile riconoscere anche altre specie che fanno parte dei boschi ripariali quali l’ontano e l’olmo campestre mentre lo strato bassoarboreo è costituito prevalentemente da sambuco e nocciolo e da un continuum di arbusti e rampicanti che costituiscono un fitto sottobosco, quali sanguinella, prugnolo, ligustro volgare, vitalba ed edera.Trova qui il suo habitat anche la esotica benché ormai naturalizzata robinia, introdotta nel 1700 dal nord America e ormai diffusa in tutta Europa, mentre sui terrazzi alluvionali più elevati poco disturbati dalle piene, la vegetazione ripariale si mescola a specie tipiche dei cespuglieti aridi e assolati di rovi, dove sarà possibile notare la presenza diffusa dell’acero campestre, della roverella, dell’orniello e del bagolaro (quest’ultimo probabilmente derivante da seme degli esemplari ornamentali limitrofi). Ma è ancora lungo l’elenco delle specie vegetali arboree che dimorano in questo ambiente dinamico e in continua evoluzione, dove una sponda più o meno assolata può ospitare piante dagli habitat anche molto diversi e dove occasionalmente i semi delle specie ornamentali ed esotiche limitrofe germogliano e si sviluppano, creando un mosaico di biodiversità arborea che è anche tipica degli ambienti urbani.Parco del Paleotto
Il Parco del Paleotto (area 21 ha) si estende sul versante sinistro della valle del Savena, nella propaggine del territorio bolognese che nei pressi di Rastignano si protende verso i Comuni di Pianoro e Sasso Marconi, lambendo per un breve tratto le sponde del torrente col sentiero CAI 913. Il nome è legato all’antica casata bolognese dei Paleotti, in origine drappieri che producevano coperte dette “paleotte”, che a lungo gestirono i terreni che risalgono la collina fino alla chiesa di Jola, diventando dal XVI al XVII secolo parte attiva della vita politica e culturale della città di Bologna. Un antico selciato sepolto nelle vicinanze testimonia che già in epoca romana si trovava lungo un’importante via di comunicazione tra Bologna e la Toscana; si fanno risalire i primi insediamenti al periodo longobardo. Fin dal medioevo era attivo un mulino come centro dell’attività agricola della zona, attorno al quale sorgevano altri edifici e un’osteria detta della Pedagna.Divenuto di proprietà comunale nel 1973, tutela una bella porzione pedecollinare, dove si fondono ampi prati un tempo coltivati a filari di frutteti, siepi e macchie boscate ricche di vegetazione spontanea che si estendono specialmente in prossimità del corso d’acqua e della dorsale della chiesa di Jola. Il Parco è inserito nel contesto del “paesaggio naturale e semi naturale protetto colline di San Luca”, istituito dalla Regione nel 2014, che rappresenta un collegamento paesaggistico tra città e collina, da consolidare mediante prolungamenti verso Bologna e l’interno della collina. In seguito ai rimboschimenti effettuati dalla seconda metà degli anni 70, in alcune aree del Parco sono stati introdotti numerosi aceri di monte, bagolari, olmi, frassini, ornielli, pioppi e ontani; ciliegi relitti e aceri campestri servivano un tempo per sostenere la vite nelle piantate. Nella parte centrale del Parco, a fianco di un bel filare di aceri in mezzo ai prati, sorge il centro culturale Paleotto 11, luogo di eventi e attività tra arte, corpo e paesaggio; di fronte alla casa, è situata l’area ortiva gestita dall’Associazione Orti Paleotto con progetti di riqualificazione in corso.